Sia io che il mio amico condividiamo una tentazione: quella di osservare, anche solo per qualche momento, il sedere delle donne, specie di quelle (s)vestite in modo succinto...
Lui mi confidò un giorno che era un impedimento, anche durante la celebrazione della messa, per seguire la preghiera e poter essere anche solo un poco concentrato.
Fu allora che ricordai di quella massima detta dalla mia zia novantenne e che esprimeva lo stile della saggezza in questi atteggiamenti: "A parlar de culi e del merda, l'anima la si conserva".
Così gli dissi, a questo amico: non ti preoccupare della tentazione del sedere delle donne. Quando vedi il loro didietro e cominci a fantasticare, pensa che da lì, proprio da quel sedere, esce quella cosa che tutti ci accomuna e che ci fa scendere dalle nubi della fantasia: la merda !.
Dopo qualche tempo, il mio amico mi disse che quella soluzione/gestione del problema si era affievolito, il quanto il pensare dal sedere alla merda delle donne e sua gli aveva fatto equilibrare la tentazione/distrazione fuori e dentro la chiesa.
Insomma, se dal sedere arriviamo alla merda, che tutti ci accomuna e ci avvalora, allora anche l'anima non si eleva e non si affonda nelle fantasie e nelle tentazioni che si possono avere...senza questi escrementi, che sono, in fin dei conti, la gestione, se non la soluzione, a tutti questi nostri sessual/moral/spiritual impedimenti.