FACCIAMO CASINO


Le nuove generazioni ci ingrippano nelle nostre mentalità fatte di schemi e di sistemi, e ci rivoluzionano tutto, dentro e fuori di noi, come a dirci che tutto ciò che siamo e che abbiamo non ha più senso.

E allora, che fare? Siamo alla frutta, alla fine?

No, c'è ancora il caffè, cioè la degustazione finale, che consiste nel poter dialogare con quello che inizia a nostra insaputa e con sorpresa: la nuova fede nella vita e in tutto ciò che c'è.

Fare casino: questa è la nuova regola.

Che soggiace a ogni altra regola morale, sociale e famigliare: far saltare tutto quanto, per dare una nuova opportunità, che avviene attraverso il tempo e il sorgere di novità che lo stesso mondo farà fiorire dal letame delle vecchie regole e abitudini.

Ma senza casino, tutto questo non potrebbe mai succedere.

Quindi, non spaventiamoci del caos; anzi, auguriamoci che questo casino ci porti ad aprire cuore, animo e mente alla novità della fede: nella vita, verso il mondo, verso noi stessi, e verso quel Dio che ancora è sconosciuto e da scoprire. 


QUANDO CE VO' CE VO' !

 

Ogni imprecazione tradisce un'emozione ma anche una espressione di umanità e di ideali non sempre realizzati. Per questo ogni sprizzata anche irrazionale e mortificante, in effetti non fa altro che mostrare e dimostrare che ognuno di noi ha bisogno di una manifestazione del sè che non deve avere altro limite che il far violenza all'altro e al mondo; ma se questa condizione non c'è, ce vò e ce vò anche una volta ogni tanto una manifestazione fatta di espressioni anche volgari o simili a bestemmie e blasfemie di ogni genere, ma che in effetti sono solo la possibilità espressa di ciò che da sempre è stato represso e compresso per non venire alla luce, in quanto contrario alla moralità e alla religiosità del momento.

Ma se questo emerge, almeno una volta all'anno, consideriamolo come effetto delle nostre frustrazioni imposte dalla società ad ognuno di noi, che magari senza esprimerle, vorrebbe gridare la propria situazione di disagio a tutti.


ABBIAMO TUTTI BISOGNO DI UNO SFOGO


Girando per la città scopro sempre più come il mondo degli umani sia disumano, soprattutto nel vedere sfogare il proprio io a scapito di tutto e di tutti.

Uno sfogo comprensibile ma non giustificabile, dove ognuno sputa il proprio rospo come un'ego represso e lungo la passeggiata in centro città che dovrebbe essere di serenità fa invece espressione di ogni repulsione e emana a tutto spiano e in modo irrazionale quello che dovrebbe essere cosa regolare.

Ed ecco allora vedere chi sembrava apparentemente normale dar fuori in incandescenze e sfoghi di parole e parolacce di ogni genere, pensando di risolvere così il problema di quel dì.

Ma in quelle superficiali conversazioni non ci sono altro che effimere opinioni, che nulla hanno a che vedere con il senso se non con il sedere un attimo a condividere le ansie e le speranze perdute di chi ancora attende e non vive, e questo ci rivela che tutti abbiamo un bisogno represso, che sembra un poco un cesso, dove riversare lo sfogo delle nostre opinioni e considerazioni che nessuno, al di là di noi, potrà mai accogliere e sentire...un cesso dove il nostro bisogno va sempre e tutto a finire.


IL DIO DEL BISOGNO

 

Chissà perchè abbiamo bisogno di un dio, forse per sentirci a nostra volta simili a lui, guardandolo (si fa per dire) a specchio e imitandolo nella potenza, nella grandezza e nella piacenza. Quando poi c'è la crisi della religione, ecco che anche noi cadiamo in depressione.

Cari amici, la via più religiosa è solo l'ateismo, non come negazione ma come affermazione della piena umanità: se non rientri in questa dimensione, non c'è dio nè uomo che tenga, e tutto va a farsi fottere.

Cercare un dio del bisogno è avere bisogno di superare le nostre solitudini, depressioni e aberrazioni, innalzandole oltre il cielo. Ma se non le affrontiamo qui sulla terra, dove il vero dio è nel nostro mondo, esse ci faranno sempre da nuvole misteriose, minacciose e imprevedibili.

Ama il tuo dio ateo, e lui renderà divina la tua umanità.


UN CESSO A GRATIS

 

Nella città, oggi, un cesso a gratis è quasi a fatica da trovare. Occorre pagare e fare offerta anche là dove lasci i tuoi bisogni, e quindi sei costretto a passare là dove ti viene chiesto l'obolo per un bisogno.

Eppure, se sei astuto e scaltro, puoi trovare a gratis anche il cesso a tuo gradimento: basta entrare in un luogo dove umanità e bisogno si conciliano, e non si distinguono.

Proprio allora comprendi che in un luogo dove vige umanità anche il bisogno del cesso e il cesso del bisogno diventano naturale espressione di quella gestione, sia commerciale che di ogni altro interesse, ma che non disdegna di avere un cesso per te, in ogni momento.

Questo gradimento a partire dal cesso è molto importante, perchè fa capire da dove si è partiti per quella gestione della situazione: se da un commercio fine a se stesso, o se da te stesso fine al commercio. Allora comprendi la diversità tra scelta commerciale fine a se stessa, e scelta umana anche commerciale, e vai per quest'ultima, dove anche la possibilità di un cesso darà successo a quella scelta oculata che avrà futuro se al cesso per te sarà occasione lasciata.


"SCUSA..."


"Scusa..." quando te lo senti dire da un immigrato o un simile alla sua situazione, in genere eviti di rispondere nè guardi alla persona che ti ha rivolto la sua richiesta in quel modo..

Ma in questo caso, essendo il richiedente su una sedia a rotelle, mi sono degnato di guardare, senza nulla dire.

"Puoi raccogliere..." e osservando a terra, ho visto il pacchetto di sigarette che probabilmente gli era caduto, e l'ho raccolto, senza neanche rispondere al suo "grazie".

Però, procedendo, ho capito che anche questo era un atto di carità, anche perchè quello non mi aveva chiesto niente, a differenza di altri suoi simili.

Era insomma uno dei pochi che non aveva rotto il cazzo con le solite richieste, e probabilmente sarei anche potuto tornare indietro a dargli qualcosa...beh, comunque è stato uno dei migliori incontri, ad di là dei soliti standard...


IL BISOGNO DI UN SALUTO

 

In città nessuno ti saluta quando ci si incontra...

Eppure, tutti noi ci aspettiamo, specie nella anonima città, di poter ricevere o dare un saluto...

Ma oggi una signora - mai vista prima - sbucata da dietro un angolo, appena mi vede, ecco che mi saluta cordialmente: "Buongiorno!"...(A parte il fatto che era sera).

Al momento ne sono rimasto molto meravigliato, e ho pensato al fatto che c'è ancora qualcuno che saluta anche se non ti conosce, e questo mi stava già gratificando alquanto...quando dietro di lei, ecco apparire dall'angolo quella che chiaramente pareva essere la sua badante.

Il saluto che la signora chiaramente affetta da Alzeimer mi aveva dato già stava perdendo il suo valore...

Poi mi sono detto: non tutto il male viene per nuocere...

Da una situazione di male è sgorgato comunque un saluto augurante bene! Magari potesse avvenire più spesso una situazione così anche in altri aspetti della nostra vita!